Non c’è molto da dire, se non che Michael Fassbender e Jo Nesbo sono veramente una coppia esplosiva.
Michael ci regala una prova d’attore fenomenale nella parte di Harry Hole, poliziotto tormentatissimo che affronta il freddo di Oslo con maglioncino girocollo e scarpe in cuoio mortaccino.
Nesbo, infallibile creatore di best- seller, si dimostra un vero maestro nel tratteggiare l’originale figura di questo tutore della legge alcolizzato, con famiglia in pezzi, con sguardo vitreo, con passato brillante, con presente di merda, con odio per tutti, con tutti che odiano lui.
La trama poi è a dir poco geniale.
Vediamo se me la ricordo, e soprattutto se l’ho capita.
C’è un serial killer che prima di ammazzarti ti fa un simpaticissimo pupazzo di neve davanti a casa.
Ora, va bene la prima.
Va bene la seconda.
Pure la terza, dai.
Ma poi, porca mignotta, ma non ti viene in mente che se vedi un pupazzo di neve forse ti devi chiudere dentro meglio?
Comunque lui uccide solo donne che hanno avuto figli abortiti, quindi che alla fine non li hanno avuti. Anzi forse uccide pure quelle che volevano abortire ma poi hanno partorito un figlio non voluto dal padre che però nutriva rancore rispetto alle donne che volevano non abortire.
Ecco, lo sapevo, non ci ho capito una minchia.
Però vi giuro che ci sono delle inquadrature di neve che manco a Canazei o in Val Pusteria.
Anzi, più che inquadrature sono tipo mini documentari nevosi che durano anche svariati minuti, bellissimi e indimenticabili.
In conclusione:
Una trama sapientemente costruita, un gruppo di attori formidabili, dei colpi di scena da brividi
e un finale assolutamente inaspettato.
Tutto questo avveniva, pare, in sala 4.
“ L’ uomo della neve “ invece era in sala 5, dove purtroppo mi trovavo anch’io.
Mi permetto pertanto di consigliarvi di consigliarlo a coloro ai quali fino a ieri avete augurato una colonscopia da svegli.
Da segnalare che nella confezione di bomboniera gelato mancava un pezzo e che all’annuncio di Fassbender/Hole di un probabile sequel si sono levate imprecazioni in vernacolo e bestemmie su santi minori.
Scena clou:
I titoli di coda
Battuta migliore:
Io: “ Due bomboniere “
Bibitaro: “ 8 Euro “